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Sconto in fattura e cessione del credito

In occasione dell’emanazione del Decreto Rilancio che ha introdotto il Superbonus 110% è stata prevista la possibilità per tutti coloro che eseguono lavori su immobili esistenti (che beneficiano delle detrazioni fiscali) di poter usufruire dello sconto in fattura o della cessione del credito. 

ESEMPIO DI SCONTO IN FATTURA LAVORI DETRAIBILI AL 50%

Poniamo che un committente voglia realizzare lavori di ristrutturazione detraibili al 50% per € 20.000.

L’impresa verrà saldata nella seguente modalità:
il 50% pari a € 10.000 verrà pagato dal committente
– per il restante 50% l’impresa matura un credito di imposta di € 10.000 che potrà portare in detrazione o cedere a terzi (banche, assicurazioni ecc.)

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BENEFICIARI

Possono beneficiare della cessione del credito o sconto in fattura tutte le seguenti agevolazioni:

  • Superbonus 110% per specifici interventi in ambito di efficienza energetica, di interventi antisismici, di installazione di impianti fotovoltaici o delle infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici negli edifici
  • Bonus Ristrutturazioni 50% destinato agli interventi di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia. Rientrano nel bonus ristrutturazioni anche le spese relative ad interventi di manutenzione ordinaria sulle sole parti comuni condominiali
  • Ecobonus al 50% e 65%: sostituzione degli infissi, della caldaia a condensazione, dei pannelli solari ecc.
  • Sismabonus fino all’85%, sugli edifici edificati nelle zone sismiche 1, 2 e 3
  • Bonus Facciate 60%, per interventi di recupero o restauro della facciata esterna di edifici esistenti, di qualsiasi categoria catastale, compresi quelli strumentali
COSA DICE IL DECRETO?

Secondo l’art. 121, comma 1 del Decreto Rilancio, in alternativa alla detrazione, è possibile optare:
a) per un contributo, sotto forma di sconto sul corrispettivo dovuto fino a un importo massimo pari al corrispettivo dovuto, anticipato dal fornitore che ha effettuato gli interventi e da quest’ultimo recuperato sotto forma di credito d’imposta, con facoltà di successiva cessione del credito ad altri soggetti, ivi inclusi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari;
b) per la trasformazione del corrispondente importo in credito d’imposta, con facoltà di successiva cessione ad altri soggetti, ivi inclusi istituti di credito e altri intermediari finanziari.”

In poche parole nel caso dello sconto in fattura l’importo per i lavori detraibili non dovrà essere versato dal committente all’impresa in quanto la stessa viene remunerata con la cessione del credito di imposta (che può cedere a terzi o portare direttamente in detrazione) mentre nel caso di cessione del credito è il committente che cede l’importo detraibile a terzi (banche, assicurazioni ecc.). Ne consegue che potranno essere realizzare alcuni interventi con limitati impieghi di denaro ed altri addirittura gratis.

Potranno sfruttare lo sconto in fattura/cessione del credito anche gli incapienti, cioè coloro che non sono tenuti a presentare la dichiarazione dei redditi o che comunque versano poche imposte IRPEF.
Si potrà richiedere anche uno sconto “parziale”. A titolo di esempio facendo riferimento a lavori , a fronte di una spesa di 30.000 euro detraibile al 110%, si potrà chiedere al fornitore uno sconto di una sola quota, ad esempio pari a 10.000 euro. Il fornitore maturerà un credito d’imposta pari a 11.000 euro mentre il committente potrà far valere in dichiarazione una detrazione pari a 22.000 euro (110 per cento di 20.000 euro).
Nel caso in cui più soggetti sostengano delle spese riguardanti interventi realizzati sul medesimo immobile, ciascuno potrà decidere se fruire direttamente della detrazione o esercitare le opzioni previste, indipendentemente dalla scelta operata dagli altri.

MODALITA’ ALTERNATIVE DI FRUIZIONE DEI BONUS

In conclusione il contribuente può scegliere tra 3 modi di beneficiare dei vari bonus:

  1. optare per un contributo sotto forma di sconto in fattura sul corrispettivo fino ad un importo massimo pari al corrispettivo dovuto
  2. cedere il credito corrispondente alla detrazione stessa (o parte del credito) ad altri soggetti, banche e intermediari finanziari
  3. fruire della detrazione in quote annuali (cinque o dieci a seconda della tipologia di bonus) di pari importo da detrarre dall’imposta lorda a partire dalla dichiarazione dei redditi relativa all’anno in cui è sostenuta la spesa

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